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Paese d’OrigineSpagna
TipoAzienda Familiare
Dal2002
Superficie155 ettari di cui 70 per uso proprio
Produzione140.000 bottiglie all’anno
EnologiLuis e Willy Pérez Rodriguez
AgricolturaConvenzionale

Bodegas Luis Pérez

A 15 minuti di auto dal centro di Jerez, in cima alle colline ondulate dove il palomino fino cresce rigoglioso per la produzione dello sherry, troviamo Bodegas Luis Pérez. In questa splendida tenuta del 1844, ristrutturata con uno stile impressionante, Luis Pérez Rodrigues, enologo e professore presso l’Università di Cadice, piantò nel 2002 varietà di uve non autoctone per questa regione, come syrah, petit verdot, merlot, tempranillo e cabernet sauvignon. La combinazione tra terreno, clima, uve e la sua competenza portò al successo. Tale successo permise al figlio Willy di realizzare il suo sogno: riportare il metodo tradizionale di produrre vino di Jerez de la Frontera utilizzando però varietà autoctone, come tintilla de rota, palomino fino e pedro-ximénez.

Il ritorno del vigneto a Jerez

La conferma per Willy fu la vendemmia del 2011 e le sue 600 bottiglie di tintilla de rota. Da allora è diventato uno dei maestri del nuovo stile di produrre vino a Jerez.

Nel 2013 iniziò a vinificare sherry da vigneti specifici: “Il nostro terreno è composto da un mix unico di calcare (30%), argilla e marne. L’altitudine elevata e la breve distanza dal mare creano un microclima in cui il vento assicura il necessario raffrescamento e la ventilazione del vigneto. Il terreno di albariza a Jerez non è omogeneo, ma molto variegato. La cantina è quindi divisa in tre ‘pagos’.”

Splendidi vini rossi di tintilla de rota

I vigneti El Calderín del Obispo a Balbaína Alta, piantati con tintilla de rota (conosciuta nella Rioja come graciano), sono i più vicini all’Oceano Atlantico e ciò contribuisce a ottenere vini rossi freschi ed eleganti. Tuttavia, la punta di diamante di Willy proviene da Carrascal, a 20 km dall’oceano, tra Almocadén e Macharnudo Alto. È uno dei quattro vigneti più prestigiosi di Jerez. Dei 60 ettari di terreno di albariza, 30 sono piantati con palomino con vigne fino ai 45 anni. L’altra metà è composta da altre uve locali come pedro-ximénez e tintilla de rota.

Palomino fino da Carrascal

Da qui provengono il sorprendente vino bianco ‘El Muelle’ e la serie ‘La Barajuela’ con un fino non rinforzato, il ‘gioiello’ di Willy Pérez. Con barajuelas s’intende una tipologia specifica di suolo: una variante di albariza, con una quantità media di carbonato di calcio, di colore giallo tenue e con una struttura speciale composta da diversi strati sovrapposti. Per raggiungere l’alcol naturale pari al 15%, Willy decide di raccogliere l’uva palomino più tardi, la seleziona e la lascia al sole 24-36 ore e poi riempie le botti più del consueto, ovvero per due terzi in modo tale da ridurre l’apporto della flor e l’evaporazione dell’alcol.

Ritorno con successo al XIX secolo

Willy Pérez vuole dimostrare che il palomino fino può essere espressivo e che il terreno può ‘parlare’, come accadeva nel XIX secolo. A quel tempo, infatti, Jerez era nota per la produzione dei vini bianchi più complessi in Europa, grazie alla vendemmia tardiva e all’appassimento del palomino fino. Willy cerca di tornare alle idee di quell’epoca, distanti dai metodi attuali nella regione di Jerez, e di rafforzare il terroir, ma in modo estremamente elegante. E sembra riuscirci alla grande.